"La gatta morta", pubblicato dalla casa editrice Paparo Edizioni, è l'opera prima del pittore e scrittore napoletano Pietro Loffredo. Il libro racconta la vera storia del Leone d'oro, il premio icona della Mostra del Cinema di Venezia, e del suo autore, lo scultore e pittore veneziano Antonio Ruffini. Omosessuale dichiarato, spirito libero, all'apparenza banale, ma nella realtà un Vesuvio intorpidito: basta sollecitarlo perché esploda da un momento all'altro. Vicende artistiche si mescolano a storie intime. L'affiorare di celebrità, da D'Annunzio a Totò (Ruffini, tra l'altro, ha realizzato la bellissima statua dell'attore collocata nel parco di Bagnoli a Napoli), da Carolina di Monaco a Maurizio Costanzo, e gente comune si dipana come un gioco di scatole cinesi. Tutto si fonde nel suo speciale modo di essere, sempre e comunque personaggio più che artista. Nell'estate del 1982 Ruffini, già anziano, conosce Pietro, giovane pittore napoletano. E' la nascita di un'amicizia sincera, un'amicizia che riesce a svelare i tratti più nascosti del maestro veneziano: la sua arte, la sua voglia di vivere, la capacità di amare e rimanere fedele a se stesso.
Il libro è stato presentato tra l'altro a: Palazzo delle Esposizioni di Roma, Punto Einaudi di Salerno, Libreria Feltrinelli di Napoli.
un libro di Pietro Loffredo.
L'opera è il primo volume di narrativa edito dalla Paparo Edizioni, casa editrice da anni qualifica nella realizzazione di cataloghi d'arte.
Diviso in nove capitoli, il volume è una biografia che ha come protagonista Antonio Ruffini, scultore e pittore veneziano autore di opere famose tra cui il Leone d'oro, premio della Mostra del Cinema di Venezia, e la statua di Totò nella città di Napoli.
Acuto, ricco di spunti brillanti e al tempo stesso scritto con grande semplicità, il volume racconta, con un realismo quasi irriverente, la vita dell'artista veneziano poco valorizzato e spesso tanto impegnato a interpretare il proprio ruolo.
Omosessuale dichiarato, spirito libero, Antonio Ruffini è in realtà, secondo quanto descritto dall'autore nel volume, un "Vesuvio intorpidito".
La narrazione delle vicende artistiche di Ruffini si mescolano nel libro a quelle di storie più intime, riportate con grande schiettezza e linearità.
Nel volume è raccontato l'incontro, nel 1982, con Pietro, giovane pittore napoletano, con il quale il maestro veneziano intreccia un'amicizia sincera, che riesce a svelare i suoi tratti più nascosti: la sua arte, la sua voglia di vivere, la capacità di amare e rimanere fedele a se stesso.
Partendo dalla narrazione dell'incontro con Pietro, dalla descrizione attenta dell'appartamento del maestro veneziano, in quel di Cannaregio 2037, che rivive in ogni minimo dettaglio, il libro segue i corsi e ricorsi della vita di Antonio Ruffini, in maniera scandita anche cronologicamente.
Precisa, netta, nitida, la figura del maestro veneziano viene "sviscerata" e restituita al lettore, nelle pagine del volume, in tutte le sue mille e composite sfaccettature.
Luci, ombre, aneddoti, frasi, episodi significativi di una vita vissuta intensamente.
I caleidoscopici mille lati di un artista dal modo di fare unico e speciale.
Un racconto, in alcuni tratti amaro e "rabbioso", per un qualcosa che lo "scrittore/protagonista" ha, infine, mal vissuto e che ha portato lo stesso ad essere conscio autore di un ultimo "dispetto" al maestro veneziano.
Un libro sagace e nel contempo raffinato e delicato tutto da scoprire, pagina dopo pagina, fino al colpo di scena conclusivo.
La Gatta Morta è stato presentato il 9 maggio 2011 a La Feltrinelli Librerie di Napoli da Fabio de Chirico (Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria) e da Erminia Pellecchia (giornalista de Il Mattino).
Nei mesi successivi, il libro è stato presentato anche presso: il Punto Einaudi di Salerno, la libreria Le città invisibili di Terlizzi (BA), Palazzo delle Esposizioni di Roma, la Biblioteca Antonio Labriola di Napoli, il Penguin Cafè di Napoli.
Alle varie presentazioni, sono intervenuti tra gli altri: Danilo Maestosi (giornalista de Il Messaggero), Claudio Finelli (critico teatrale e scrittore), Francesco Napoli, (Psicoterapeuta e Segretario Arci Gay di Salerno), Clorinda Irace (Presidente dell'Associazione Tempo Libero)