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exhibitions

Inter/azioni

Bastia | Consolato d'Italia a Bastia, Villa Italia
dal 30 gennaio al 6 febbraio 2005

Mostra personale a cura di Fabio De Chirico

Azione come interazione

[...] L'inter/azione è connaturata a tutte le esperienze maturate nell'ambito delle avanguardie.

[...] considerando in prima istanza la componente iconica delle sue opere, che la sua è appunto una pittura che si fa gestualità, irruente e talvolta irriverente corpo a corpo con le cose, presa sulla realtà, rivestimento e reinvenzione dell'oggettualità stessa delle cose.

[...] la sua pittura è anche una interazione costante con la memoria, col vissuto personale, con la storia a cui sente di appartenere, con l'immaginario eidetico della cultura visiva dell'intero Mediterraneo, che accomuna nelle differenze l'intero bacino, le isole e tutte le terre che su di esso si affacciano.

Gli angeli si fanno neri per dichiarare il loro stare dalla parte di chi non ha parte, ai margini di una condizione che il potere ha da sempre decretato per le frange dissidenti e non inquadrate in uno schema di funzionamento sociale. Questa dunque è una scelta di campo precisa, netta, senza mezzi toni o misure, dichiarata da subito.

Loffredo ha interagito appunto con il sistema dell'arte stesso, praticando la pittura in tempi in cui il mercato preferiva le declinazioni più fredde e mediate: mi riferisco ovviamente alla video e alla computer art, o anche alla stessa fotografia.

Sono evidenti i contributi che egli deve alla tradizione, al realismo come all'Espressionismo (i suoi angeli sono i degni seguaci degli antieroi cari alla Scuola Romana e talvolta si caricano di inquietudini munchiane, e ricordano gli "ostaggi" di Fautrier).

La sua inter/azione è anche un'evidente battaglia contro ogni forma di in/azione, di un vigliacco sottrarsi a irrinunciabili scelte di campo, contro ogni preoccupante forma di livellamento e appiattimento delle coscienze.

Egli dunque assume come proprio un simbolo comune e popolare come il cornetto, innanzitutto per le sue caratteristiche formali ed estetiche, e quindi per giocare con l'intreccio e il ribaltamento dei suoi livelli semantici più scontati. Pensiamo all'installazione realizzata proprio in questa occasione per l'esterno del teatro dove si tiene la "Settimana del Cinema Italiano": una scia di fuoco, una sciara vulcanica che si arrampica sulle pareti e ci trascina [...]"

Loffredo sa consapevolmente che i suoi ambiti di sperimentazione sono pienamente inscritti nell'alveo di una consolidata tradizione e perciò ha scelto ironicamente di non contrapporsi ad essa a priori: ha spostato il suo occhio verso un'altra prospettiva, ponendosi con estrema umiltà su una traiettoria fatta di fratture, spostamenti, deviazioni, che agiscono però ad un livello più sottile, meno appariscente. La sua pittura è solo apparentemente tradizionale, ma contro la tradizione; è sperimentale ma rigetta la sperimentazione fine a se stessa. Una posizione questa decisamente solitaria, in esilio direi.

È significativo, per esempio, che le sue collaborazioni, le sue presenze siano quasi sempre legate ad eventi non strettamente artistici: premi letterari; collaborazioni con altre figure e altre tipologie linguistiche (teatro, musica, letteratura); lo stesso essere qui, nell'ambito di una manifestazione che ha per oggetto centrale la cinematografia italiana (non l'arte tout court) è indicativo del suo modo di operare. Ecco spiegato un altro livello di interazione. [...]

Fabio De Chirico
estratti dal catalogo della mostra